
Cheratocono e cross-linking corneale
Lo Studio Italiano di Oftalmologia è all’avanguardia nel trattamento del cheratocono.
Il Dr. Marco Lombardo è inventore del primo dispositivo di teranostica per il cross-linking corneale personalizzato e di precisione del cheratocono. Per sapere di più collegati a Regensight.
Per chi è indicato il cross-linking corneale?
L’indicazione chirurgica al cross-linking corneale è rivolta al cheratocono progressivo, con o senza riduzione della vista e con spessore corneale superiore a 370 micrometri.
L’intervento di cross-linking corneale è pericoloso?
Il cross-linking corneale è un intervento sicuro se il paziente viene selezionato in modo corretto e se il trattamento viene eseguito da un oculista esperto.
Che cosa succede dopo l’intervento di cross-linking corneale?
Nei primi giorni successivi all’intervento la vista può essere offuscata e si può avvertire un fastidio oculare accompagnato da lacrimazione. Questi sintomi sono associati alla rimozione dell’epitelio e non esistono per la tecnica di cross-linking con iontoforesi corneale.
E’ importante recarsi ai controlli postoperatori prescritti dall’oculista al fine di monitare l’efficacia del trattamento.
L’intervento di cross-linking risolve i problemi della vista?
Il cross-linking corneale ha lo scopo di arrestare la progressione del cheratocono. La riduzione dell’astigmatismo che si ottiene in alcuni casi consente anche un lieve miglioramento della vista. Il miglioramento della vista è più frequente dopo cross-linking transepiteliale rispetto al cross-linking corneale tradizionale.
L’intervento elimina l’utilizzo di occhiali o lenti a contatto?
L’intervento di cross-linking corneale non è un intervento di correzione della vista. Se si impiegava un occhiale prima dell’intervento, potrà essere reindossato subito dopo. La stessa cosa deve dirsi per le lenti a contatto.