Cura delle malattie della cornea
Il Dr. Marco Lombardo ed il suo staff offrono consulenza nella diagnostica e nel trattamento delle patologie della cornea.
Di seguito trovi le più recenti tecniche di chirurgia delle patologie corneali di cui è esperto il Dr. Marco Lombardo.
Cheratectomia fototerapeutica
La cheratectomia fototerapeutica o PTK è una tecnica che viene utilizzata per asportare tessuto corneale alterato nelle sue caratteristiche di trasparenza e regolarità. E’ impiegata per eliminare opacità della cornea in seguito a traumi, infezioni, distrofie corneali.
Trapianto di cornea
Il “trapianto di cornea” o “cheratoplastica” è rivolto a tutte le patologie della cornea che riducono gravemente la vista a causa di un’opacità del tessuto (cicatrici post-infettive o post-traumatiche, degenerazioni corneali) o di una sua deformazione (cheratocono, traumi). L’intervento consiste nella sostituzione del tessuto danneggiato con una cornea di donatore. Il nuovo lembo corneale, ripristinando la trasparenza della cornea, consente di recuperare la vista.
Tecniche di trapianto di cornea
La tecnica di trapianto di cornea può variare a seconda che la patologia comprometta interamente o parzialmente il tessuto corneale.
- Cheratoplastica perforante
La cheratoplastica perforante è la tecnica più diffusa nel mondo di cheratoplastica. Consiste nella sostituzione di una porzione centrale a tutto spessore della cornea danneggiata con un lembo corneale trasparente e sano di donatore. Il lembo di donatore viene suturato al letto corneale periferico dell’ospite.
Il recupero visivo è in genere lento e richiede mesi di attesa. I risultati conseguiti con la cheratoplastica perforante in termini di acuità visiva possono essere ottimi, con un completo recupero dell’acuità visiva, tuttavia non sono rari gli astigmatismi elevati che impediscono una adeguata capacità visiva. Il rischio di rigetto del trapianto corneale è sempre presente, lungo tutto l’arco della vita del paziente. - Cheratoplastica lamellare anteriore profonda
La cheratoplastica lamellare anteriore profonda consiste nella sostituzione della porzione anteriore del tessuto corneale. Indicazioni chirurgiche sono il cheratocono e le cicatrici corneali anteriori in seguito a traumi o infezioni. Il vantaggio della cheratoplastica lamellare anteriore profonda rispetto alla cheratoplastica perforante è che consente di rispettare l’integrità oculare, evitando così alcune complicanze tipiche della cheratoplastica perforante. - Cheratoplastica endoteliale
Le tecniche maggiormente usate di cheratoplastica endoteliale sono la DSAEK e la DMEK che consistono nella rimozione del solo endotelio della cornea del paziente e nella sua sostituzione con un endotelio sano di donatore (DMEK) a cui può essere attaccato una sottile porzione di stroma (DSAEK). L’indicazione chirurgia alla cheratoplastica endoteliale è la distrofia di Fuchs o la cheratopatia bollosa in stadi iniziali. Entrambe sono patologie che interessano primitivamente l’endotelio e, nei casi tardivi, portano allo scompenso dell’intero tessuto corneale. Grazie a queste nuove tecniche è possibile intervenire in uno stadio precoce della malattia garantendo un elevato successo terapeutico, in termini di qualità e stabilità visiva, e una notevole riduzione dei rischi connessi allatto chirurgico. I vantaggi della cheratoplastica endoteliale rispetto alla cheratoplastica perforante sono numerosi: il recupero visivo è più rapido, l’intervento non necessita di suture corneali. Il rischio di rigetto del lembo trapiantato è anche inferiore.
Trapianto di cellule staminali corneali
La superficie della cornea è ricoperta da uno strato di cellule epiteliali, che viene costantemente rinnovato dalle cellule staminali corneali limbari. Quando le cellule staminali della cornea vengono danneggiate da sostanze chimiche, traumi, infezioni, o abuso di lenti a contatto, la cornea si opacizza (congiuntivalizzazione corneale). In questi casi, il solo trapianto di cornea non è sufficiente, in quanto se le cellule staminali del limbus sono state danneggiate, in mancanza di un epitelio in grado di rinnovarsi, il tessuto trapiantato tornerà in breve tempo a riopacizzarsi. È quindi necessario, prima del trapianto corneale, ricostruirne la superficie tramite un innesto di cellule staminali limbari autologhe, prese dall’occhio sano del paziente e coltivate in laboratorio. Al termine della fase di coltura (3 settimane circa), sull’occhio malato vengono innestate le cellule coltivate. I dati più recenti della letteratura evidenziano che la percentuale complessiva di sopravvivenza del lembo innestato è circa 90% a un anno, ma scende al 75% a 5 anni e al 60% dopo 10 anni. Sarà necessario almeno un anno dopo l’innesto prima di effettuare il trapianto di cornea per sostituire il tessuto danneggiato.